Quando si dice che solo un astronauta può battere
Schumacher !!
Maurizio
Cheli, Capo Pilota Collaudatore dei velivoli da difesa dell’Alenia
Aeronautca, astronauta dal 1993, era ai comandi dell’Euro
Fighter 2000 Typhoon (EFA), il nuovo costosissimo caccia frutto di
un progetto congiunto di Germania, Gran Bretagna, Italia e
Spagna che sarà in dotazione al Quarto Stormo
dell’Aeronautica Militare di stanza all’aeroporto Baccarini
di Grosseto; Michael Schumacher, invece, era alla guida
della F2003-GA, l’auto che gli ha consentito di concludere
la stagione 2003 con il quarto Mondiale piloti consecutivo,
e che ha permesso alla Ferrari di conquistare il quinto
Mondiale costruttori consecutivo. L’evento, a differenza di
altre sfide storiche tra auto e aerei (nel 1981 fu Gilles
Villeneuve a sfidare con la sua 126 CK turbo un F-104,
vincendo, mentre cinquant’anni prima Tazio Nuvolari, al
volante di un’Alfa Romeo 2300, fu costretto a rincorrere il
biplano Caproni 100), questa volta è stato organizzato per
promuovere in un clima di festa e di sportività l’arrivo a
Grosseto di un aereo da guerra, per giunta armato di tutto
punto persino durante l’esibizione. Se non fosse per il
cavallino che unisce indissolubilmente la storia della
Scuderia Ferrari a quella del Quarto Stormo
dell’Aeronautica, sarebbe difficile comprendere il bisogno
della casa di Maranello di legare la propria immagine alla
promozione di uno strumento di difesa e di morte. Giusto a
proposito del valore simbolico del cavallino, ricordo che il
9 luglio del 1932 Enzo Ferrari decise di dotare la propria
Scuderia di un marchio, e la scelta cadde sul cavallino
rampante, icona storica identificativa dell’aereo dell’eroe
di guerra Francesco Baracca, ricevuta in dono, nove anni
addietro, dalla contessa Paolina Baracca, madre del giovane
aviatore, amante del rischio e della velocità proprio come
Ferrari, morto nella Grande Guerra.
A conferma degli scopi tutt’altro
che sportivi della manifestazione, basti dire che la tribuna
allestita di fronte alla pista del Beccarini era riservata
alla stampa e a pochi ospiti illustri, rappresentanti dei
Paesi potenziali acquirenti del caccia, mentre il pubblico
degli irriducibili che avrebbe dovuto fungere da coreografia
gratuita, tuttavia molto meno numeroso dei settantamila
spettatori attesi, a causa delle pessime condizioni del
tempo, era costretto a trovare spazio ai bordi della rete di
recinzione, sotto una pioggia insistente e sopra un terreno
ormai paludoso, senza per questo riuscire a vedere e capire
quello che succedeva sul nostro d'asfalto.
Parlare
di gara e di risultati, quindi, è quasi risibile ed è solo
per dovere di cronaca se non posso fare a meno di riferire
che l’EuroFighter ha battuto la F2003-GA 2 a 1. La sfida di
accelerazione si è svolta su tre distanze: 600, 900 e 1.200
metri. La prima gara è stata vinta da Schumacher, con il
tempo di 9”4, contro 9”6 dell’EuroFighter; la seconda e la
terza gara, vinte dall’EuroFighter, si sono concluse
rispettivamente con 13” contro 13”2 e con 14”2 contro 16”7.
Forse con l’asfalto asciutto il risultato della prova
intermedia avrebbe potuto essere favorevole al Fenomeno, ma
chi scrive è più amareggiato per il serio rischio di
polmonite e per la voce persa per una settimana a causa
dell’umidità, che per la mancata vittoria della Ferrari. E
poi siamo sicuri che gli organizzatori avrebbero sfoderato
lo stesso sorriso al momento della farsa delle premiazioni
se la Rossa e Schumacher avessero sconfitto il gioiello
tecnologico ipersofisticato? La pioggia è stata quasi un
dono, che ha consentito a un “commentatore per caso” di
proclamare con sicumera che un aereo non ha problemi di
aderenza e vola in qualunque condizione di tempo, ma una
macchina, anche la miglior macchina, deve combattere con
l’aderenza a terra: che genio!
La manifestazione, comunque, è
stata interessante per altri aspetti: la sfilata di auto
d’epoca, l’esposizione di aerei militari, varie esibizioni
di volo, tra cui quella delle Frecce Tricolori, ma,
soprattutto, per il flight display dell’EuroFighter, uno
spettacolo unico, emozionante e senza spettatori
privilegiati di sorta, perché le evoluzioni di Cheli si sono
svolte in un cielo “pubblico” che nel frattempo si era
schiarito, a poche centinaia di metri sopra le nostre teste.
Chiusa
la parentesi giornalistica, mi sta a cuore rimarcare
l’aspetto amichevole del simposio motoristico. Mi sento in
dovere di ringraziare pubblicamente Giovanni, GGG, il
fondatore del FF1 FanClub, perché è grazie a lui se le
identità virtuali dei vari Khc, Mela, Max di volta in volta
acquisiscono la consistenza del reale. Ho conosciuto
Giovanni di persona per la prima volta a Maranello, in
occasione dell’ultimo Gran Premio della stagione 2003 visto
sul maxischermo allestito davanti alla galleria del vento
della Ferrari. Da allora abbiamo avuto altre occasioni di
incontro e ci auguriamo che alle prossime iniziative (la
prima che ci vedrà protagonisti sarà l’esordio in pista
della vettura per la stagione 2004, la cui presentazione
ufficiale è prevista per fine gennaio) possano partecipare
anche altri amici, per ora solo virtuali. La nostra comunità
di appassionati, che già vive nel mondo dei bit, potrà
prendere maggior vigore se a un nickname riusciremo via via
ad associare un volto e una voce; e lo sviluppo di relazioni
amichevoli tra i membri di una comunità, è noto,
contribuisce a far sì che ciascun membro sia più incline ad
aumentare la propria partecipazione attiva, a beneficio
dell’interesse generale.
Al prossimo evento, dunque,
speriamo di essere ancora più numerosi (e vi assicuro:
quando ci si vede, non si parla affatto solo di Ferrari!).
Massimo
Binelli
www.massimobinelli.it
|