Efflusso dei gas attraverso la valvola

 

Le valvole nel loro moto mettono a disposizione dei gas una sezione di passaggio di area variabile. Le condizioni di efflusso attraverso la valvola costituiscono un fenomeno piuttosto complesso perché in prossimità del fungo della valvola stessa i gas subiscono una forte deflessione causa di irreversibilità e turbolenze.

Un'analisi accurata può essere condotta con codici numerici di simulazione della gasdinamica tridimensionale o tramite sperimentazione con tecniche di visualizzazione quali l'anemometria laser. Al motorista più spesso interessa poter definire dei parametri globali che sintetizzino i complessi fenomeni in gioco e forniscano delle utili indicazioni in fase di progettazione.

Per questo quella che di solito viene definita è la "permeabilità" del complesso valvola‑sede o della testata del motore nel suo insieme, cioè l'attitudine della valvola a far fluire una portata di gas tra due ambienti a pressione diversa. La permeabilità viene misurata sui cosiddetti banchi di flussaggio che possono essere schematizzati come in figura.

 

Figura 1: Elementi costituenti un banco di flussaggio.

 

La testata viene collegata, da un lato con un ambiente in cui regna la pressione totale (cioè in condizioni stazionarie) e dall'altro con un ambiente a pressione  (dove il fluido è in moto) e la portata massica di aria viene misurata per diverse posizioni dell'alzata valvola , cioè dello spostamento in direzione assiale dalla posizione di riposo. Se durante la misura l’alzata della valvola è costante, si parla di banco di flussaggio stazionario, se invece la valvola è mantenuta in movimento dall’albero a camme, l’apparecchiatura si chiama banco di flussaggio instazionario o dinamico. La portata così misurata viene confrontata con la portata che fluirebbe in condizioni isentropiche attraverso un ugello di sezione "equivalente". Tale ugello non è però definito in modo univoco: alcuni ricercatori assumono come ugello equivalente quello di area pari all'area della sezione normale del condotto in corrispondenza della valvola ( ), altri invece scelgono l'area della superficie cilindrica con diametro di base pari al diametro massimo della valvola ed altezza uguale all'alzata valvola (

Figura 2: Particolare delle grandezze geometriche caratteristiche della sezione del condotto in prossimità della sede valvola.

La differenza fondamentale quindi tra le due convenzioni risiede nell'aver scelto una sezione di riferimento costante nel primo caso e variabile con l'alzata nel secondo.

Il rapporto tra la portata misurata e la portata ideale di riferimento genera un coefficiente adimensionale che viene chiamato coefficiente di efflusso. Il coefficiente di efflusso ottenuto utilizzando la prima delle due portate di riferimento (quella con un'area costante) verrà indicato con Cd  nel seguito, mentre quello ottenuto utilizzando la seconda (area variabile con l'alzata) verrà indicato con Cdf .

 

 

 

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